Democrazia e scrittura. Nota a margine del 25 Aprile

Cominciamo subito con il dire che questo, come recita il titolo, non è un asterismo, e neppure un post. Scrivere un post in occasione del 25 Aprile richiederebbe serietà, profondità, tempo ed impegno, tutte cose che al momento trascendono decisamente le mie possibilità- e forse anche le mie capacità. Ci tenevo, però, a condividere con le lettrici e i lettori di questo blog, in massima parte scrittrici e scrittori a loro volta, questa riflessione di Romano Luperini sul tema della scrittura democratica; credo che interrogarci sulla questione sia una responsabilità che investe tutti noi che scriviamo perché i nostri lavori siano letti da altri, fossero anche questi altri un’unica persona. Luperini in questo suo articolo ci ammonisce in merito al fatto che la scrittura non è mai neutrale, bensì sempre politica, perché definisce implicitamente gli interlocutori a cui intendiamo rivolgerci. Credo dunque sia opportuno per tutti noi acquisire, di questo, la maggiore consapevolezza possibile, a prescindere dalla diversità di opinioni e di intenti, perché anche dalle pagine di un blog sia possibile contribuire alla diffusione delle regole del dibattito democratico e della lingua stessa della democrazia, che per definizione deve essere chiara, logica, comprensibile. E, aggiungerei anche,sempre improntata al rispetto delle idee e della persona dell’interlocutore, il che potrebbe e dovrebbe essere un’assoluta ovvietà, e non è. Mi sembrava giusto proporre questa riflessione oggi, in occasione della più importante delle nostre celebrazioni civili.

Buon 25 Aprile a tutti.

3 comments

  1. Sai quanto condivida l’affermazione che la scrittura, come ogni altro momento dell’agire sociale, sia sempre politica.
    Buon 25 Aprile anche a Te, Dragoval.
    Con l’augurio non solo che ci si possa ritrovare a celebrarlo anche nei prossimi anni, ma anche che riflessioni come la Tua contribuiscano a restituircene l’essenza, al di là degli stanchi riti che lo accompagnano.
    V.

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    1. Caro Viducoli,
      purtroppo lo svuotamento di senso delle celebrazioni per la Liberazione, che molti nostri connazionali oggi semplicemente ignorano, è un’altra delle conseguenze a cui hanno condotto oltre trent’anni di dominio politico e mediatico di una sottocultura neoliberista che ha demolito, attraverso lo sgretolamento dello stato sociale, ogni senso del vivere civile ( S’io dico il ver, l’effetto nol nasconde).
      Fortuna che rimane almeno il Capo dello Stato a presidiare , pur con tutta la retorica, la fortezza della coscienza nazionale, oltre che, mi si passi, della mera decenza.

      Un caro saluto e grazie

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  2. Effettivamente, cara Dragoval, siamo oltre la decenza, pericolosamente scivolati verso un baratro. Hai fatto molto bene a condividere- e a precisare- il richiamo di Luperini al discorso e alla parola. Come è necessario ripensare al peso delle parole e dello stile, riappropriarsi della ragione, chiara, cristallina! Ripudiare il discorso ad personam e sforzarsi di trovare sempre buone ragioni. In questo caso, per ricordare la verità del 25 aprile ( ricordare – haricordato l’ Assessore della mia Regione alla cerimonia omonima, in un rito forse stanco ma doveroso- significa portare nel cuore) e per sapere che, se si perde il ricordo delle singole persone che hanno lottato per noi, non cadrà mai la percezione di quanto esse hanno cambiato la nostra interiorità e i nostri pensieri ( cito sempre dal suo discorso).
    Buon 25 aprile anche a te, Dragoval.

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