«Quando una donna mira al cuore di un’altra donna raramente manca il bersaglio»: è di certo questa la frase più celebre, nonché la perfetta sintesi de Les liaisons dangereux di Choderlos de Laclos, in cui la pura ed innocente Madame de Tourvel cade vittima del perfido capriccio della Marchesa de Merteuil e del Visconte di Valmont. Il romanzo francese presenta, per la trama, la vicenda nonché per la stessa psicologia dei personaggi, diverse affinità con un capolavoro jamesiano,The Wings of the Dove ( Le ali della colomba). in cui a cadere vittima della coppia nera degli amanti londinesi Kate Croy e Merton Densher è Millie Theale, la bianca e radiosa colomba americana.
Cinema
Dal Baltico al Tevere. La grande bellezza della musica di Arvo Pärt
Pärt, Pärt…..questo nome l’ho già sentito, sicuro!, penso, quando mi ritrovo tra le mani il volume di Jan Brokken, Anime baltiche; e continuo a pensarlo anche quando finalmente arrivo all’ultimo dei dodici capitoli, dedicato al musicista estone . Ma dove?….Poi, l’illuminazione improvvisa: Arvo Pärt è tra gli autori della colonna sonora de La grande bellezza, visto e amato così tanto, or volge l’anno (e ben prima che si aggiudicasse la famosa statuetta). Avevo fatto una ricerca, in merito, perché è uno degli aspetti del film che mi ha colpita di più; e così ho scoperto l’esistenza di una produzione alta di musica sacra nel XX secolo, che per la verità, come tante altre cose, ignoravo totalmente.
In realtà il nome, di Arvo Pärt era quasi scivolato in secondo piano, rispetto ad altri brani che mi avevano colpita maggiormente;ma che comunque, scopro oggi, sono a firma di compositori che si inseriscono nella stesso ambito di ricerca musicale, come John Tavener e Henri Górecki, noto come minimalismo sacro: una musica in grado di evocare la spritualità più alta con la maggiore economia di mezzi (quasi sempre, semplicemente, una linea melodica accompagnata da una sola nota di basso, o la riproposizione del canto gregoriano.)
Naturalmente, la scelta di questi autori per la colonna sonora del film di Sorrentino non poteva essere casuale- e non lo è, infatti, come vedremo;né può essere spiegazione sufficiente il fatto che Pärt sia un autore particolarmente amato dai registi, con oltre cinquanta film che ne includono brani nella colonna sonora (dal novero di questi film La grande bellezza è ovviamente esclusa, dato che il libro di Brokken è stato pubblicato nel 2010, dunque anteriormente alla produzione e all’uscita del film). La loro musica costituisce infatti non soltanto un elegante e alto sottofondo, ma implica la ricerca di una lettura del film che vada oltre la mera celebrazione della dolce vita a cui tanto spesso è stato ridotto.
Pueri aeterni. Hillman, James, Mann
Nel suo saggio Puer e Senex ( in edizione italiana nel volume Puer aeternus,Adelphi 1999), James Hillman analizza gli aspetti dell’archetipo junghiano del puer, ovvero della parte infantile della divinità: intelligente, amante degli scherzi, vivace e imprevedibile ma anche inafferrabile e distante, amato da tutti ma incapace di amare, dunque condannato- paradossalmente- alla solitudine.Le sue principali incarnazioni sono Ermes ed Eros (ma anche Narciso e Icaro). Il puer aeternus è, per definizione, fuori dal tempo, inalterabile, e non conosce il mutamento della discesa, cioè della crescita: è al di fuori dei confini del regno di Cronos, cioè di Saturno, il vecchio re malato e prossimo alla morte; eppure entrambi, secondo Hillman, danno vita ad un archetipo bifronte, in una sorta di coincidentia oppositorum la cui distinzione sarebbe esclusivamente frutto della nostra modalità conoscitiva critica (che non può fare a meno, cioè, di categorizzare e distinguere).
Sub specie archetypi proporremo dunque qui l’analisi di due notissime opere di Thomas Mann ed Henry James: Morte a Venezia e Giro di vite.